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Smart people, smart city

di Francesca Pradella

Negli anni ’90 il sociologo Bauman descriveva la città contemporanea come “liquida”, dominata dal flusso di informazioni… Oggi la diffusione della tecnologia e dei device portatili ha amplificato questo flusso, generato non soltanto da sensori sparsi in città che diffondono dati digitali (come le telecamere delle aree a traffico limitato o i semafori intelligenti), ma anche dai cittadini, sempre più coinvolti e propensi a raccontare e condividere il proprio pensiero, la propria esperienza di vita quotidiana della città. Chi di noi almeno una volta non ha reso partecipi i propri amici Facebook di dove fosse, “taggandosi” con Foursquare in un luogo, ad un evento, pubblicando foto,  commenti e stati d’animo a riguardo. E’ anche così che il Big Data, raccoglie ed archivia tutte le informazioni che, più o meno inconsciamente, affidiamo ai social media, trasformandole in una conoscenza condivisa, accessibile e trasparente. Derrick DeKerckhove la definisce “intelligenza connettiva”, un’intelligenza distribuita, condivisa, orizzontale, sociale, alla base del concetto di “Smart City”.

smart city

Una città si può chiamare “smart” quando è capace di sfruttare al meglio le nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, ottimizzare le proprie risorse, riducendo sprechi energetici ed inquinamento, offrendo servizi migliori e più accessibili nel pieno rispetto dell’ambiente e senza dimenticare l’offerta turistica e culturale cittadina. L’identità digitale della città oggi è sempre più promossa con la partecipazione attiva delle persone, perciòsi parla per questo sempre più di usergenerated city, una città virtuale “costruita” dalle persone che la vivono tutti i giorni, che parlano e commentano tutto quello che succede: si pensi alle conversazioni generate in rete dal Salone del Mobile di Milano il mese scorso, e soprattutto dal FuoriSalone, conoltre 97 mila commenti pubblicati durante la settimana. Da questi emerge, oltre che una preferenza di design district rispetto ad altri, una Milano vista più che mai viva, internazionale e smart. Del resto uno dei tanti obiettivi di Milano per Expo2015 è diventare a tutti gli effetti una “Smart City”.

Negli ultimi tre anni sono stati tanti gli eventi e le iniziative su questo tema,da convegni e tavole rotonde a eventi culturali e contest fotografici. Di particolare successo il progetto “Spiga Smart Street” legato al FuoriSalone 2013, che si può considerare una sorta di prova generale in vista di Expo: luci al led telecontrollate, totem multimediali, stazioni di ricarica per le auto elettriche, wifi gratuito e connettività in fibra ottica. Ma anche un’illuminazione migliore grazie ad una piattaforma intelligente di comunicazione ad alta velocità che monitora consumi, permettendo di ridurre gli sprechi.

Spiga smart street

Milano, FuoriSalone 2013, via della Spiga “smartstreet

Tratto dalla lezione di Derrick DeKerkchove, Analisi tecnologicamente avanzata della vita